Sondaggio Politico-Elettorale

Il centrodestra dopo la nascita del PdL

Pubblicato il 6/4/2009.

Autore:
Arnaldo Ferrari Nasi

Committente/ Acquirente:
Analisipolitica.it (pubblicato da Il Velino il 3/4/2009)

Criteri seguiti per la formazione del campione:
campione rappresentativo, probabilistico, controllato per quote di sesso, età, area geografica e titolo di studio

Metodo di raccolta delle informazioni:
interviste telefoniche su questionario informatizzato

Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1200 casi - popolazione italiana adulta

Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 23/03/2009 ed il 24/03/2009


QUESTIONARIO

QUESITO n.1

Domanda : Lei si sente di….








QUESITO n.2

Domanda : Se domani ci fossero altre elezioni per il Parlamento nazionale, che partito voterebbe?.








QUESITO n.3

Domanda : Indice: scenario ipotetico del centrodestra..










CONTRIBUTI CONCLUSIVI


Testo conclusivo:
IL CENTRODESTRA DOPO LA NASCITA DEL PDL Le rilevazioni del nostro istituto sulle intenzioni di voto nei giorni immediatamente precedenti al congresso formativo del PdL, davano il partito al 38,6% delle preferenze. Considerato che nei nostri sondaggi il dato è intorno questi livelli almeno da dicembre 2008; che anche gli altri istituti lo rilevano da qualche mese tra il 38% ed il 41%; che le ricerche realizzate nei giorni del congresso hanno probabilmente subito una piccola distorsione dovuta alla sovraesposizione mediatica del partito rispetto al lungo periodo; se ne deduce che questo è il peso reale del partito oggi e che probabilmente non si discosterà di molto anche nei prossimi mesi. Anche gli altri partiti principali vengono oggi rilevati in maniera non dissimile dai diversi istituti: Il PD in recupero, probabilmente grazie all’azione di Franceschini, Lega e IdV stabili tra l’8% e il 10% e UdC in sensibile crescita. Noi lo diamo al 7,5%. In questo contesto, una semplice alleanza PdL-Lega Nord, non andrebbe oltre il 48-49%: lontano dalla maggioranza assoluta e lontanissimo dalla stabilità di governo. Eppure, da almeno due anni, lo spazio politico italiano, è orientato in modo deciso al centrodestra. Questa indagine attesta il sentimento di destra o centrodestra dei cittadini al 55%. Con un tentativo puramente teorico si potrebbe cercare di estremizzare la “dottrina Prodi”, di cui peraltro si è tornati a parlare proprio nei giorni scorsi, aggregando tutti i partiti di centrodestra. In questo caso si andrebbe a ridosso del 51%, che, posto di riuscire nell’intento, forse potrebbe servire a conquistare il potere, ma non di esercitarlo in modo fluido e coerente, proprio come accadde nella scorsa legislatura. Un ipotetico, ma politicamente plausibile prossimo scenario, potrebbe essere il seguente.. L’UdC o parte di esso entra nel PdL, poniamo i due terzi, in questi casi una sorta di scissione è prevedibile. In questo momento Casini è in crescita, ma non ha grosse prospettive. Se guarda a destra, la “Nuova DC” è appena stata creata, quindi il suo progetto non è più realizzabile. Inoltre da quella parte gli spazi al centro sono saldamente occupati dalla parte più moderata del PdL. Se guarda a sinistra, ai margheritini ora nel PD, sa bene che grandi sono le differenze di valori con gli ex scudocrociati di sinistra. Furono proprio la ragione per cui allo scioglimento della Democrazia Cristiana, dopo aver trovato accoglimento proprio in Forza Italia, fondò e divenne il leader del CCD, da sempre alleato con la Casa delle Libertà. Discorso analogo per La Destra. Essi sono fuoriusciti di AN e non hanno raggiunto gli obiettivi elettorali che si erano dati. Non sono riusciti in modo significativo ad aggregare a loro le altre forze a destra del PdL e al Nord non riescono neanche parzialmente a convogliare sul partito i voti in uscita da AN verso la Lega. Oggi si parla di un’alleanza con Lombardo, ex-DC, CCD e UdC, il che, per un partito nato per recuperare i puri valori della destra, è un evidente fallimento. Daniela Santanchè ha già avviato il meccanismo. Poniamo che il partito si divida in due, quindi metà elettori vanno al PdL e metà no. Utilizzando i dati della nostra rilevazione, con un’aggregazione di questo tipo, il centrodestra arriverebbe al 54,2%, peraltro valore molto vicino a quello della collocazione politica attuale dichiarata dagli Italiani. Il dato è puramente ipotetico, ma esemplificativo di come, affichè il progetto PdL sia completo, occorra sbloccare la “questione Casini” e in second’ordine, recuperare La Destra. Solo così si potrebbe pensare di fare fronte senza troppi traumi ad eventuali oscillazioni o flessioni in future votazioni.


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