Sondaggio Politico-Elettorale

Analisi dell’Istituto DEMOPOLIS sulla provenienza del consenso al nascente partito di Fini: un bacino trasversale di 2 milioni e 700 mila elettori

Pubblicato il 21/9/2010.

Autore:
Istituto Demopolis

Committente/ Acquirente:
Barometro Politico dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis per i quotidiani Libertà e Affari Italiani, diffuso da Apcom, AgenParl e dai quotidiani locali del Gruppo L'Espresso

Criteri seguiti per la formazione del campione:
Campione casuale rappresentativo dell'universo di riferimento, stratificato per classi di età, sesso, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area di residenza.

Metodo di raccolta delle informazioni:
Metodologia CATI-CAWI

Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1.080 intervistati. Universo di riferimento: cittadini maggiorenni residenti in Italia

Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 10/09/2010 ed il 15/09/2010


QUESTIONARIO

QUESITO n.1

Domanda : Provenienza e composizione del consenso al nascente partito di Fini.

Risposta: Il discorso di Mirabello ha di fatto sancito il divorzio annunciato tra Fini e Berlusconi e la creazione di “Futuro e Libertà”, partito destinato a modificare gli equilibri e gli assetti elettorali nel Paese. Nell’ipotesi di un ritorno anticipato alle urne, secondo i dati del Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, lo schieramento del Presidente della Camera otterrebbe oggi un consenso tra il 7% e l’8%. Una stima di massima destinata a modificarsi, anche radicalmente, in base alla collocazione ed alle effettive alleanze che Futuro e Libertà sceglierà nelle prossime settimane. 2 milioni e 700 mila voti, secondo Demopolis, sono il bacino odierno di Fini: uno spazio composito e trasversale, che incrocia segmenti di diverse aree politiche, non solo di Centro Destra. Significativa appare l’analisi sulla provenienza del consenso al nascente partito di Fini rispetto alle scelte compiute dagli elettori nelle Politiche del 2008. Il 63% di quanti oggi sceglierebbero FLI aveva in precedenza votato per il PDL (circa un milione e 700 mila), il 2% per la Lega di Bossi; il 5% aveva invece preferito l’UDC di Casini, il 4% Di Pietro, il 12% il Partito Democratico (circa 325 mila elettori). Il resto, stimabile intorno al 14% (in parte “vecchi” elettori di AN), non si era recato alle urne. In sintesi, dunque, quasi due terzi del consenso verrebbero sottratti agli alleati di Centro Destra; un segmento significativo recuperato dall’astensione, oltre un quinto tra quanti nel 2008 avevano scelto l’UDC o il Centro Sinistra.






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